Le leggere vibrazioni del materasso e la musica ambient che ho impostato la sera prima mi svegliano dolcemente, alle 7.15.
Ho tutto il tempo di fare colazione, prepararmi, dare un’occhiata ai giornali e prendere la monorotaia che in poco più di un’ora mi porterà a Roma dove mi aspettano per l’inaugurazione della mostra.
Il caffè è già caldo, il sistema di domotica che controlla tutta la casa fa il suo dovere e sincronizza ogni elemento con una precisione che un tempo definivamo “svizzera”.
Afferro il mio giornale elettronico. Appena riconosce il mio volto, si accende e inizia a scaricare i miei quotidiani, quelli che ho scelto di leggere ogni mattina.
“Anche per quest’anno in Italia gli incidenti stradali, dall’inizio dell’anno, sono stati meno di cento. Un accordo tra le case automobilistiche promette di ridurli praticamente a zero entro il 2035”.
Inevitabilmente, il pensiero va subito a quel momento terribile di tanti anni prima, in cui, per un banale cedimento strutturale della macchina di Matteo, ho davvero rischiato grosso. È andata bene, ma quel platano che ho potuto accarezzare appena sceso dalla macchina ammaccata, non avevo proprio buon intenzioni. Per fortuna uno sbandamento improvviso dell’auto, quando la ruota ha colpito il cordolo ci ha fatto deviare, pochi centimetri più in là di un abbraccio che rischiava di divenire mortale.
Sì c’è stato un tempo in cui gli indicenti stradali erano la norma.
C’è stato un tempo in cui non si poteva prevedere quando una parte meccanica di un’auto si sarebbe rotta improvvisamente.
C’è stato un tempo in cui le auto inquinavano e le polveri sottili assediavano le nostre città.
C’è stato un tempo in cui le spese per mantenere un’automobile erano una voce importante nel bilancio di una qualsiasi famiglia.
Quel tempo è passato.
Quel tempo è ormai quasi dimenticato, grazie alla tecnologia e all’intelligenza artificiale.
E mi ricordo bene, quando il mio collega di università mi ha presentato per la prima volta AI Parts… Era solo un’idea, all’inizio, ma..